Gli Archivi Ritrovati 1

di Popi Miotti

Aprire gli Archivi Ritrovati di Popi Miotti è un viaggio particolare. E’ il riconoscersi e contarsi a uno a uno in un grande déjà vu non solo iconografico, che ci fa entrare dritti al cuore di un’epopea, scanzonata, provocatoria, dissacrante ma viva, dove l’essenza è un spirito legato soprattutto alle vicende di uomini e delle loro pareti immense ma anche ai loro piccoli sassi. Ma non solo. Anche dell’odore del primo mattino da qualche notturno ricovero animale o dell’impasto di fango e neve del primo disgelo e delle scorze ammuffite del sottobosco. Eppoi ancora su, per delle tracce sbiadite lasciate dagli alpinisti ma prima dagli uomini e prima ancora dagli animali.
E Alfonso Vinci, Riccardo Cassin, Giancarlo Grassi, la grande alluvione del 1987 …
Vi verrà facile sentire della nostalgia ma anche uno sberleffo e magari, da dietro le spalle, un sogghigno del grande Batso:
«Bah! Direi che il silenzio è forse la cosa di cui il mondo dell’arrampicata moderna avrebbe più bisogno. Il tranquillo silenzio alla base della grande parete, fra i pini che sussurrano al vento, il sole che scalda e un buon bicchiere di vino rosso.

Bere mette in pericolo la mia vita, ma non m’importa. Penso semplicemente di voler vivere finché non morirò!
Ed ora sono pronto: gli pneumatici della mia auto sono consumati, ho speso tutti i miei soldi e non ho dieci centesimi da parte…
A proposito, amico, ho sentito dire che dalle tue parti fanno del buon vino. Non è che me ne hai portato una bottiglia? Eeh?!».*
* da un’intervista impossibile, Che avrebbe detto Warren Harding? di Giuseppe ‘Popi’ Miotti.
 
 
Tutte le foto e i testi fanno parte del catalogo di conferenze sulla montagna proposte da Giuseppe “Popi” Miotti.
R
accontano in parte un percorso
di vita, attraverso le ascensioni, le scelte professionali e le riflessioni di Giuseppe “Popi” Miotti, guida alpina, ‘sassista e montanaro’ e uno dei padri, del Sassismo, che dal 1975 diede un contributo fondamentale al fenomeno del Nuovo Mattino in Italia.

Col vecio “Gaiardi” Ignazio Dell’Andrino verso il Bernina che non raggiungeremo.Fu quel giorno che mi venne in mente di diventare guida alpina????

Sasso Remenno. Che numeri, allora: un pomeriggio per farci la Via del Soccorso (50 m si e no)

Ottobre 1970 circa. In vetta al Badile con Mario. La nostra prima grande montagna. Fatta a rifugio chiuso: costava troppo

Unità di misura = Andrea Savonitto, 1 Gigante (due metri circa),
Eccolo sulla rampa della via Borghese, 250 Giganti circa, una parete incastonata nella parete nord del Cengalo… 650 Giganti circa.
La più alta muraglia delle Alpi Retiche… Gigantesca…

Tanta passione e sempre molta acqua. Ritirata dallo spigolo Nord sotto il diluvio.

1972 Grandi, grandissimi. Solo quattro ore e mezza per il Gervasutti e con i “rigidones”.
Autoscatto con la Voigtlander della zia.

Ancora Badile dopo la Via Molteni fatta col Biondo. Ancora ottobre per risparmiare.
Più o meno mi trovo dove mi trovavo nella foto del 1970. Una terribile e incredibile coincidenza lega queste foto- Me ne accorgo solo ora.

1972 Rigidones e Parravicini (tiro finale)

Alfonso Vinci. Ha fatto un film con Leni Riefenstahl ma poi fu capopartigiano, ha salito uno degli spigoli più belli, ha scoperto il giacimento diamantifero più grande, esplorato l’Amazzonia, denunciato le reponsabilità nel crollo del Vajont. “Non ha nostalgia di quei tempi?” gli chiesi. “Nostalgia? La nostalgia non esiste”, mi rispose.

1972 Con “Gugiattino” sullo spigolo Vinci. Ottobre anche qui, per i soliti motivi di risparmio.

Io, Mario, Giuliano Fabbrica e Antonio Rusconi fra le nebbie in cima al pilastro nordovest del Cengalo

1973. Con il Gino “Bartali” sulla Bumiller al Piz Palù. Grandiosa!!!

Scomparso rocambolescamente dagli archivi l’originale non è ancora stato ritrovato. Salterà fuori fra vent’anni in qualche cassetto. Ho comunque recuperato ad arte l’immagine e in altissima risoluzione. Questa foto sulla via Bumiller al Palù s’aggiunge a quell’altra pubblicata.
Salvata

1973 Con Gugiattino sulla temuta Nord del Disgrazia. Erano sei anni che nessuno la ripteva. Ci abbiamo pensato noi in blue jeans e scarponi normali. Che frecc ai pé!!!

1975. Via del Fratello al Badile, forse decima ripetizione. Dopo il mio volone di 27 metri siamo costretti al bivacco assieme ad alcuni polacchi. Si “dorme” dove si può. Il giorno dopo, la cima.

Se scampi alla morte ti viene il gusto? Probabilmente no, ma l’idea di aprire “Ossessione millimetrica” A4 al Sasso Remenno mi mette in sospetto.
Ai piedi le P.A. Indimenticabili… Per il dolore che producevano.

Le “prestigiose”. 1976 prima solitaria (praticamente slegato) allo spigolo Parravicini con le prime EB Supergratton arrivate in Valtellina. Potevo fotografare solo quelle assieme ad un piede.

Il Bosca, lo Jacopo e il Masa imperversavano in Val di Mello. Io stavo bene fra i blocchi del Remenno. Prima salita di “Deserto nero”. Grazie che l’avete chiodata, rifarla come la feci allora sarebbe troppo rischioso.
La Whillans… la mitica Whillans. Grazie Principe Nero.

Pesgunfi. A4 sul “tetto del rondone”. I friends sviliranno questo masterpiece dell’artificiale a semplice A2. Insomma: niente più strizza.

1984 Dopo il Pesgunfi finalmente salito con Sandro.
Paraphernalia et impedimenta usati per la salita.
Grazie “Gognarda”.

continua …

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© AlpineSketches, 2011